Disagi e disturbi psicopatologici
Il periodo adolescenziale, data la sua natura, presenta anche nelle manifestazioni patologiche qualcosa di peculiare che le rende diverse da quelle delle altre fasi della vita. Per comprendere cosa avviene da un punto di vista patologico nel corso dell'adolescenza, dobbiamo partire da una semplice constatazione: gli adolescenti si dibattono in un sforzo continuo per raggiungere uno status adulto; d'altra parte, genitori, insegnanti e le istituzioni in genere non riconoscono ad un ragazzo o ad una ragazza le capacità e la maturità necessaria per l'assunzione di responsabilità che dovrebbero essere proprie dell'età adulta e spesso li trattano come bambini, anche se più fastidiosi e rompiscatole. Nei ragazzi ciò aumenta i conflitti interni ed esterni. Inoltre, il periodo adolescenziale è per definizione quello dei grandi tumulti interiori. I confini tra normale e patologico sono molto meno chiari rispetto ad altri periodi della vita. Rabbia, depressione, labilità emotiva possono essere espressioni di una normale ricerca della propria identità, ma possono essere anche il segno di una psicopatologia. La devianza (uso di sostanze, comportamenti a rischio e scriteriati) può essere qualcosa di episodico, ma per alcuni può protrarsi nel tempo e diventare stabile. La psicopatologia in questa fase della vita presenta domande particolari:
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Perchè alcuni adolescenti scivolano in forme patologiche e altri no? Cosa protegge quest'ultimi?
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Quali sono i ragazzi più esposti a rischio?
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Quali sono le manifestazioni patologiche e quali quelle devianti stabili? E come si sviluppano?
Per rispondere convenientemente a queste domande, occorre abbandonare i criteri seguiti dalla psicopatologia tradizionale, per lo più descrittiva, secondo i quali i cosiddetti disturbi mentali, il disadattamento e la devianza sono qualcosa di inerente al soggetto. L' approccio deve essere di tipo complesso, quello tipico della psicopatologia dello sviluppo.