Manifestazioni "patologiche"

 

Diversamente dagli altri periodi della vita, l'adolescenza presenta un quadro abbastanza composito di sofferenze individuali. Da un lato ci sono tutti quei disturbi di carattere "psicopatologico",dei quali la psichiatria si è interessata da sempre, che  lo psicologo tedesco (naturalizzato americano) Thomas M. Achenbach definisce come disturbi internalizzati: problemi su cui l’adolescente si ripiega, senza esibirli in direzione degli altri (per es. ansia, fobie, eccessivo autocontrollo, preoccupazioni, timidezze, somatizzazioni). La lista a tal proposito è estremamente lunga. La prudenza da un punto di vista diagnostico, come si vedrà, deve essere massima poiché quasi tutti gli adolescenti passano dei periodi di crisi più o meno lunghi, durante i quali mostrano aspetti preoccupanti che sono del tutto in linea con le fenomenologie dei disturbi internalizzati. Ma coloro che svilupperanno dei disturbi psicologici e mentali saranno per fortuna una minoranza. D'altra parte, ci sono  quelli che Achenbach chiama disturbi esternalizzati: problemi diretti verso l'ambiente e altre persone (per es. aggressività, disobbedienza, oppositività). Nel nostro paese tali "disturbi" vengono definiti come "disagi" o "disadattamenti". Anche qui, specie nella media adolescenza, sono moltissimi i giovani che fanno esperienze con la droga, oppure si coinvolgono in comportamenti antisociali o delinquenziali. Si calcola, in maniera molto orientativa, che fra i giovani che esibiscono comportamenti del genere, circa un dieci percento finarà in forme di devianza stabili, anche se non continue. Le tipologie sono diverse. Oggi sappiamo che esistono degli indicatori che ci possono far comprendere se un disturbo o un disagio potrà essere episodico, oppure potrà rappresentare l'inizio di una manifestazione psicopatologica o di una condotta deviante stabile.

1. Il primo di questi indicatori è la precocità, più un disturbo o un comportamento a rischio si presenta presto nel corso della vita maggiore è la probabilità che si sviluppi in forma patologica importante.

2. Il convolgimento. Più un disturbo tende a riguardare diversi ambiti personali, diversi sottosistemi, tempi e spazi nella vita di un soggetto (si potrebbe dire più è "invasivo") più sarà grave. Ad esempio, i ragazzi che si coinvolgeranno in una carriera deviante stabile, manifesteranno fin dalla prima adolescenza una maggior frequenza magari nell'uso di sostanze o nella commissione di atti delinquenziali.

3. La continuità. Un disturbo, così come un disagio o un disadattamento, in adolescenza trova in genere i suoi precursori nell'infanzia e, se non ben individuato e trattato, pone le basi per una patologia più seria o una devianza stabile nell'età adulta.

 


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