INTRODUZIONE
Lo psichiatra austriaco Viktor Emil Frankl era solito ripetere che ogni epoca ha una sua nevrosi ed ogni epoca necessita di una sua psicoterapia. Mutano le forme patologiche e le loro cause, muta anche il tipo di intervento.
All'inizio del secolo l'isteria era la malattia psichica per eccellenza, assai diffusa e di difficile trattamento. La prima scuola della moderna psicoterapia, la psicoanalisi, nacque proprio come tentativo di trovare una terapia adeguata per questa forma nevrotica. L'obiettivo della psicoanalisi fu all'inizio quello di decifrare i sintomi isterici. Freud accertò che questi sintomi avevano un loro significato inconscio, ossia non avvertito dal malato. Si trattava di una serie di esperienze, risalenti per lo più alla prima infanzia, non proprio dimenticate, quanto represse, rimosse, spinte nell'inconscio. Il contenuto di queste esperienze si doveva porre, a parere del padre della psicoanalisi, in relazione con la vita sessuale. La causa dell'isteria si doveva far risalire perciò ai contenuti rimossi nell'inconscio, la terapia consisteva nel riportare alla coscienza tali contenuti.
Dall'epoca di Freud la psicoterapia è cambiata enormemente.
La psicoanalisi si è "frantumata" in un gran numero di orientamenti assai diversi fra di loro, sono nate correnti che hanno ripreso molti aspetti della teoria psicoanalitica mutandone il linguaggio e semplificandone i contenuti, come ad esempio l'Analisi Transazionale di Berne. La psicoterapia ha allargato enormemente il suo campo di azione, ha preso in considerazione non solo il singolo individuo ma anche la sua famiglia, i gruppi sociali, la rete di comunicazioni nelle quali egli è inserito. Sono emersi nuovi modelli psicoterapeutici che hanno coniugato la ricerca clinica e quella sperimentale: la psicoterapia cognitivista, la terapia e modificazione del comportamento. Si sono sviluppati nuovi approcci, come ad esempio l'analisi esistenziale e logoterapia di Frankl, che hanno approfondito le conoscenze antropologiche e filosofiche. Le terapie cognitivo-comportamentali e il filone esistenziale hanno prodotto una vera e propria rivoluzione nella terapia psicologica.
La terapia cognitivista e quella comportamentale hanno contribuito a demitologizzare la genesi delle malattie mentali offrendo un quadro eziologico e un piano di trattamento chiaro, coerente e, soprattutto, verificabile sotto un profilo empirico.
La logoterapia ha contribuito a riumanizzare la psicoterapia ponendo l'attenzione a fenomeni prima del tutto ignorati o sottostimati: i fenomeni propriamente umani come il bisogno di significato, il significato dell'esistenza, i valori, la libertà personale. I campi di applicazione della logoterapia si sono rivelati amplissimi. Attualmente la terapia frankliana viene applicata non solo nella cura delle nevrosi, ma nel trattamento delle devianze sociali, nell'assistenza alle sofferenze ineliminabili, nella pastorale, nel volontariato, nel lavoro, nella famiglia.
Dall'epoca di Freud sono cambiate anche le patologie, l'isteria non è più la forma nevrotica tanto temuta e diffusa, si sono aggiunte nuove nevrosi e nuovi disagi psicologici. La depressione è divenuta la malattia degli ultimi anni, l'ansia e le fobie riguardano migliaia di persone, sono aumentate le insicurezze personali e le crisi di identità. Soprattutto sono diventate di prepotente attualità alcune malattie psichiche strane e per certi versi misteriose, malattie che (non solo all'epoca di Freud) fino a venti anni fa erano segnalate raramente o del tutto sconosciute. Queste malattie sono i disturbi alimentari psicogeni: l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa, l'obesità psicogena. Grazie ai mass media, questi termini sono entrati nel linguaggio comune. Chi non ha mai sentito parlare di anoressia o di obesità? Ma al di là del "si dice" ben pochi conoscono, compresi anche alcuni medici ed alcuni psicologi, in cosa consistano effettivamente questi disturbi. Quali sono le loro cause e i loro effetti? Quale è la loro storia? Quale la loro diffusione? Quale può essere il loro trattamento?
Per curare una persona affetta da un disturbo dell'alimentazione a base psicogena basta prendere una medicina? Occorre una psicoterapia? Oppure è necessario studiare un intervento integrato e adatto al singolo soggetto?
Il presente libro intende fornire delle risposte chiare e documentate a questi interrogativi. E' un viaggio attraverso questi disturbi. Un viaggio in cui si incontreranno storie vere che testimoniano cosa sia un'anoressia o una bulimia nervosa. Un viaggio durante il quale si passerà per i tunnel della disperazione, della depressione, della sconfitta; durante il quale si vedrà la difficile strada verso la guarigione; durante il quale, infine, si scorgerà il chiarore della vittoria sulla malattia, la bellezza e l'emozione della riconquista della propria libertà. In ultimo, ancora una domanda.
Ammesso che un disturbo alimentare psicogeno debba essere trattato attraverso una psicoterapia, qual è la psicoterapia più indicata? Non esiste una risposta esatta. Alla fine della presentazione di ogni singolo disturbo ho aggiunto, a scopo prevalentemente illustrativo, un diverso modello psicoterapeutico. La mia esperienza clinica mi ha però convinto che la terapia comportamentistica combinata con la logoterapia possa fornire degli ottimi risultati. In tal senso, questo libro rappresenta la continuazione di un lavoro di ricerca iniziato più di quindici anni fa.
Già all'inizio degli anni ottanta, infatti, cominciai ad interessarmi delle varie forme di dipendenza, l'attenzione all'inizio fu di carattere semplicemente teorico, studio e ricerca sulla diffusione, sulle possibili cause. Successivamente l'interesse si spostò anche al trattamento.
Dall'incontro con la logoterapia mi fu sempre più chiaro che era possibile curare alcolisti e tossicodipendenti attraverso una combinazione tra la psicoterapia ideata da Frankl e altri metodi psicoterapeutici (soprattutto il training autogeno di Schultz). Alla seconda metà degli anni ottanta, presentai i risultati della mia ricerca clinica e psicoterapeutica con gli alcolisti (Froggio 1987, 1988). Contemporaneamente si affacciavano alla consultazione nuovi casi che presentavano molti aspetti in comune con gli alcolisti ed i tossicodipendenti. Erano soprattutto donne afflitte da un errato e abnorme rapporto con il cibo le cui sofferenze erano enormi. Il modello logoterapeutico si rivelò nuovamente di grande utilità, al training autogeno aggiunsi le procedure comportamentiste.
La logoterapia ha sempre tenuto in grande considerazione le tecniche ed i procedimenti comportamentistici, d'altro canto molti terapeuti del comportamento, anche se non accettano del tutto l'immagine dell'uomo propria dell'analisi esistenziale, hanno accolto entusiasticamente e fatte proprie alcune tecniche logoterapeutiche come l'intenzione paradossa e la dereflessione. La terapia comportamentista ha dato grossi risultati nella modificazione del comportamento disturbato, la logoterapia invece si è dimostrata una prassi eccellente per aiutare le pazienti a ricostruire la propria identità personale e la propria esistenza. Il modello di cura basato sulla terapia comportamentista e sulla logoterapia è presentato nell'ultima parte del libro.
Sono del tutto consapevole di aver lasciato da parte alcune interpretazioni dei fenomeni ed alcuni approcci terapeutici molto interessanti, come ad esempio la terapia familiare. Purtroppo non era possibile presentare ed illustrare tutto. Sono altresì consapevole che il modello terapeutico che presento non è una panacea (ma quale psicoterapia può considerarsi una panacea?), non si addice ad ogni psicoterapeuta e non pretende di dare una risposta a tutti i casi. La logoterapia contiene in se degli elementi di grande importanza per una società come quella attuale dove sembra che l'uomo stia perdendo ogni giorno sempre di più il senso della propria esistenza. Purtroppo a tutt'oggi sono pochi gli studi controllati sull'efficacia della logoterapia nel trattamento dei disturbi alimentari di carattere psicogeno, si tratta tuttavia di un terreno molto fertile. Mi auguro che ricerche e sperimentazioni nei prossimi anni possano dimostrare la sua validità.