Prefazione
 
La prima reazione nel leggere il testo è un interrogativo: ancora
un libro sull’adolescenza?
Si, ma un po’ particolare!
Mai come in queste ultime decadi ci si è occupati così tanto di
adolescenti. E da differenti prospettive.
La fanno da padrone le scienze sociali, psicologiche, educative,
mediche. Non disdegnano di occuparsene le scienze antropologico
culturali. Ultimamente, anche le neuroscienze e le discipline cliniche
si interessano al cervello degli adolescenti e ai disturbi clinici
sia in ambito di psicopatologia dell’età evolutiva che di psichiatria.
Ciò a dimostrare il rinnovato interesse da parte di studiosi e ricercatori
provenienti da differenti e molteplici ambiti d’interesse
disciplinare.
Forse è la complessità di tale periodo evolutivo a richiamare l’attenzione
di tanti approcci diversi, consapevoli che la sola analisi mono-
disciplinare sarebbe riduttiva e difficilmente esaustiva.
Attualmente, si impongono sempre più nella letteratura scientifica
studi e ricerche di tipo interdisciplinare e transdisciplinare.
Ne è una testimonianza eloquente la prospettiva assunta nelle
ultime due decadi da due delle più prestigiose riviste internazionali
in tema di adolescenza e di giovani: Journal of Adolescence e Journal
Youth Studies.
Ci pare che possa dirsi conclusa, almeno tra le più autorevoli
fonti della letteratura scientifica, l’epoca delle letture unidirezionali,
riduttive e mono-disciplinari del fenomeno complesso che chiamiamo
arbitrariamente adolescenza.
 
Da questa mole di lavoro emerge un dato incontrovertibile.
Si assiste ad un considerevole accordo tra i ricercatori e gli studiosi
circa l’abbandono di formule interpretative che vedono gli
adolescenti come vittime di fenomeni biologici, le cosiddette tempeste
ormonali, o di fenomeni sociali, da cui le categorie statiche di
marginalità o di devianza sociale.
Si è molto più attenti a riconoscere il ruolo attivo che ciascun
adolescente assume nel rispondere ai fenomeni di tipo biologico,
psicologico, sociale e culturale e nel determinare i propri esiti evolutivi.
Voler capire ciò che accade in questo periodo evolutivo significa
indossare abiti di umiltà per porsi in ascolto della complessità dei
fenomeni evolutivi adolescenziali e coglierli da tanti punti di vista.
In tal modo, tali nuovi approcci sembrano superare definitivamente
quella che in un recente convegno sulla transdisciplinarità
in ambito di Youth Studies, abbiamo definito fallacia epistemologica.
Di tale errore epistemologico di base sono caratterizzati tutti
quegli approcci che finiscono per essere di tipo riduzionistico, deterministico
e, in ambito di scienze psicologiche, di tipo intrapsichico.
L’assunzione del modello biopsicosociale, sulla spinta delle riflessioni
in medicina da parte di G. Engel nel suo articolo rivoluzionario
pubblicato su Science nel 1977, ha comportato un cambio
epistemologico di cui si è rivestita la medicina e ancor di più le
scienze psicologiche.
Il bel testo di G. Froggio respira e si ispira a tale cambio paradigmatico.
Considera la psicopatologia in età adolescenziale da un
punto di vista biologico senza cadere nel rischio del riduzionismo
biologista; da un punto di vista psicologico senza cadere nel rischio
del determinismo intrapsichico, da un punto di vista sociale senza
cadere nel determinismo socioculturale. Chiama queste relazioni tra
le parti architettura sistemica a descrivere la rete sistemica di tipo
personale, interna alla rete di contesto, inserita a sua volta in una
rete ancor più vasta rappresentata da quella che Urie Bronfebrenner
(1979) con il suo modello ecologico definisce macrosistema.
 
L’adozione dichiarata del modello della complessità lo pone al
riparo da rischi epistemologici che alla luce delle più recenti ricerche
in ambito di studi in età evolutiva sarebbero inspiegabili.
Il testo, infatti, pur ispirandosi soprattutto alle più recenti acquisizioni
in ambito di Developmental Psychopatoly, accoglie totalmente
questi cambi di prospettiva e costituisce un esempio di approccio
multiplo, dinamico e processuale allo studio dell’adolescenza e dei
percorsi sani e patologici in questa età evolutiva.
Anzi, si respira un orizzonte teorico talmente vasto, ricco e complesso
da rischiare l’eclettismo e il nomadismo disciplinare. Rischio
ben controllato dall’autore nel voler proporre un modello di lettura
aperto a diversi contributi senza dare enfasi gerarchiche o di priorità
a singole prospettive disciplinari. Suo intento dichiarato è, invece,
quello di far risaltare le storie individuali, preferendo di gran lunga
il metodo idiografico a quello nomotetico, e soprattutto i percorsi
patologici nell’affascinante e, a volte tormentato, viaggio esistenziale
di vita di ciascun adolescente.
L’autore sembra insofferente alle etichette, siano esse di tipo diagnostico
medico e psicopatologico o di tipo sociale, alle conclusioni
indebite di tipo riduzionistico biologista basate sulle nuove scoperte
delle neuroscienze.
I riferimenti culturali di tipo fenomenologico esistenzialista derivati
dalla frequentazione di Viktor Frankl, gli studi decennali in
ambito giovanile ispirati alle teorie sociocognitive e, soprattutto, la
sua lunga militanza con i ragazzi come educatore, amico, terapeuta,
formatore gli consentono un sapere enciclopedico che riversa a piene
mani in questo testo e lo proteggono dallo studiare l’adolescenza
come se fosse un unicum per aderire allo studio degli adolescenti e
delle loro specifiche, irripetibili storie.
L’autore, curioso per doti intellettuali proprie e per cultura personale,
sembra affascinato dalla follia, dalla malattia mentale e in
particolare per quella che compare dinamicamente in età adolescen12
Giacinto Froggio
ziale. Nell’interrogarsi chiede a ciascuno di noi, studiosi o operatori,
di maneggiare con cura tale tematica. Come se si trattasse di una
saggia follia e non sapessimo alla fine se risulta essere saggia la follia
o folle la saggezza!
Opera che si può dire conclusiva di un lungo percorso, ma allo
stesso tempo, l’inizio di ulteriori riflessioni per quanti intendono
affrontare l’argomento in oggetto.
Riteniamo che tale testo nell’ambito degli studi sulla psicopatologia
dell’adolescenza, all’interno del panorama italiano, possa costituire
un valido strumento di riflessione e d’intervento per quanti
si occupano di questa delicata ma ricca fascia di età.
 
Mario Becciu, Anna Rita Colasanti
 
 
 
Indice
 
Prefazione
Introduzione
1. Adolescenza e psicopatologia
1.1. Adolescenza
1.1.1. La pubertà
1.1.2. Le modificazioni dell’encefalo
1.1.3. Cervello e psicopatologia in adolescenza
1.2. Adolescenza: un’“invenzione” delle società occidentali?
1.3. L’adolescenza: un fenomeno psicologico e sociale
1.4. Adolescenti oggi
1.5. Adolescenti, disagi e patologie
1.6. I compiti di sviluppo
1.7. La psicologia degli adolescenti
1.7.1. Lo sviluppo cognitivo
1.7.1.1. Cambiamenti strutturali
1.7.1.2. Cambiamenti funzionali
1.7.2. Cambiamenti nelle emozioni e negli affetti
1.7.2.1. Relazioni sentimentali o romantiche
1.7.3. Le relazioni tra pari
1.8. La fine dell’adolescenza
1.9. Conclusioni
2. Psicopatologia e adolescenza
2.1. La psicopatologia
2.2. La “malattia” mentale
2.2.1. La psicopatologia somatobiologica
2.2.2. La malattia mentale è un “mito”
2.2.3. Le “malattie” dello spirito
2.2.4. Apprendere la malattia mentale
2.2.5. Al di là dei sistemi di classificazione psichiatrica
2.3. Dal “disturbo mentale” alla “disfunzione psicologica”
2.3.1. Psicopatologia: funzione e disfunzione,
adattamento e disadattamento
2.4. Conclusioni
3. La psicopatologia dell’adolescenza
3.1. Principii generali della psicopatologia dell’adolescenza
3.1.1. Intersoggettività, unicità e singolarità
3.1.2. Dalla semplicità alla complessità
 
3.1.3. La ricorsività
3.1.4. Il principio ologrammatico
3.1.5. L’epigenesi probabilistica
3.1.6. Il sistema
3.1.7. Il comportamento patologico e quello normale
non sono aspetti qualitativamente diversi
3.1.8. Disturbi e compiti di sviluppo
3.1.9. Dinamicità
3.2. Il modello psicopatologico
3.2.1. La rete sistemica di contesto
3.2.1.1. Evoluzione dei sistemi di contesto: il Corso di vita
3.2.2. La rete sistemica individuale
3.2.2.1. L’Arco di vita
3.2.2.2. Evoluzione dei sistemi individuali
3.2.2.3. I punti di svolta
3.2.3. La vulnerabilità
3.2.3.1. Un esempio di vulnerabilità: la depressione
3.2.4. I fattori di rischio
3.2.4.1. Caratteristiche dei fattori di rischio
3.2.5. Fattori, meccanismi e processi protettivi
3.2.6. La resilienza
3.2.6.1. Le caratteristiche individuali della resilienza
3.2.6.2. La resilienza come processo interattivo
3.2.6.3. I sistemi fondamentali per la resilienza
3.2.6.4. La famiglia resiliente
3.2.6.5. La rete amicale resiliente
3.3. Relazione tra vulnerabilità, fattori di rischio, protettivi e resilienza
3.4. Conclusioni
4. L’assessment psicopatologico in adolescenza
4.1. Due tipi di assessment
4.1.1. Assessment longitudinale
4.1.1.1. 0-5 anni
4.1.1.2. 6-12 anni
4.1.1.3. 13-16 anni
4.1.2. Assessment trasversale
4.2. Conclusioni
Bibliografia citata